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il diario di lady blessington

"A highly literary Milady" così Lord Byron definì l’affascinante contessa irlandese, Marguerite Blessington, donna colta e scrittrice di viaggi. Marguerite aveva letto tutte le opere del poeta inglese, ne era una sincera ammiratrice ed era decisa a conoscerlo a tutti i costi durante il suo tour in Italia, in compagnia del marito e del conte D'Orsay. L’incontro avvenne a Genova. Byron fu piacevolmente colpito dall’avvenenza e intelligenza della giovane contessa tanto da invitarla a villa Saluzzo sulla collina di Alvaro. La contessa, al contrario, rimase profondamente delusa dal suo aspetto fisico "Byron è un uomo pallido magro e dinoccolato, malmesso nel vestire... i suoi capelli sono intessuti di fili d’argento" (magrezza che appare evidente nel disegno del Conte D 'Orsay). Marguerite fu però colpita dai modi e dalle conversazioni del poeta, come testimoniano le pagine del suo diario (Conversations of Lord Byron). La frequentazione e l'amicizia con gli amici inglesi si protrasse per un paio di mesi ed è a loro che Byron confessò il suo presentimento di morte "Eccoci qui tutti assieme, ma quando e dove ci rincontreremo? Qualcosa mi dice che non ritornerò più dalla Grecia". Nel 1828, dopo la scomparsa del poeta, i Blessington, diretti a Venezia, decisero di fermarsi a Ravenna per una sorta di pellegrinaggio nei luoghi dove aveva vissuto il loro celebre amico. Marguerite volle entrare a Palazzo Guiccioli, ormai disabitato e abbandonato. All’interno delle vuote stanze percepì la figura del poeta, ne ricordò, con l’aiuto del custode, le abitudini, gli amori e le passioni politiche. Lady Blessington fu una importante testimone dell’ultimo Byron: lo conobbe e lo frequentò, non lo dimenticò mai e se nei suoi diari ne scrisse la memoria, all’'interno di Palazzo Guiccioli cercò disperatamente qualche tratto della sua evanescente presenza.

Ravenna attende di inaugurare il Museo Byron... Vi aspettiamo!


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