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l'albero della libertà

Sul finire del 1700 molte città italiane furono travolte dall’ondata rivoluzionaria proveniente dalla Francia e dai nuovi valori popolari di libertà, uguaglianza e fratellanza.

Per celebrare quel momento furono piantati al centro delle città i cosiddetti Alberi della Libertà. Il primo, fu piantato a Parigi nel 1790 ed era praticamente un palo sormontato dal berretto frigio rosso e adorno di bandiere nazionali.


Il palo (o l'albero) era un'allegoria della libertà, un simbolo rivoluzionario ma ancorato anche alla tradizione popolare contadina del Calendimaggio (tradizione viva ancor oggi in molte regioni d'Italia come allegoria del ritorno alla vita e della rinascita legata al culto della primavera). La danza che si ballava intorno all'albero era la Carmagnole che era anche il canto della rivoluzione francese.


Ravenna non fu esente da questa ventata rivoluzionaria e con l’arrivo delle truppe francesi in città nel 1797 fu piantato il primo Albero della Libertà.

Generalmente gli alberi della libertà erano piantati nella piazza principale della città e molti di questi alberi furono sradicati una volta passato il periodo rivoluzionario francese, chiaramente osteggiato dal potere pontificio.

Col tempo l'albero assunse anche un’ulteriore valore simbolico; non fu solo l'emblema della libertà, ma anche quello della Repubblica e della rivoluzione sociale, per questo il berretto fu presto sostituito dalla bandiera rossa e fu spesso impiantato in eventi collegati all’ideologia repubblicana.


Al termine delle battaglie risorgimentali del 1849, nella breve parentesi della Repubblica romana, che interessò anche Ravenna, l’albero della libertà distrutto dallo stato pontificio fu presto ripiantato nello stesso posto in cui si trovava il precedente.

Il patriota ravennate Primo Uccellini, quando scrisse le sue memorie riguardo al tempo della Repubblica Romana del 1849 ricordò che il carbonaro Andrea Garavini che nel 1797 aveva piantato in Ravenna il primo albero della libertà, gridava "scavate qui che troverete le radici di quell’albero carbonizzato!”


Nel 1904 per ricordare questi eventi, il Comune di Ravenna pose al cento di Piazza del Popolo una targa commemorativa in marmo, restaurata nel 2016.




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