Quando l’Imperatore Onorio decise di trasferire la capitale dell’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna, decise di seguire i consigli di tanti strateghi che gli fecero notare che da un punto di vista militare, Ravenna era una città inespugnabile.
Dobbiamo immaginare la città e tutto il territorio circostante in maniera completamente diversa da come è oggi. Ravenna si trovava in un complesso lagunare, fatto di acque salmastre stagnanti che dalla linea di costa si addentravano quasi fino agli Appennini. Il Mare Adriatico lambiva la città, basti pensare che al tempo dei Romani si trovava all’incirca dove oggi sorge la Stazione dei treni. La presenza del Porto di Classe poi, ben protetto da mura e torri, garantiva un estremo baluardo difensivo oltre che una eventuale via di accesso agli aiuti dall’esterno. La struttura topografica di Ravenna era quindi davvero particolare, fatta di isolotti collegati da ponti, dune, insenature di acqua salata e fiumiciattoli d’acqua dolce.
Non tutti sanno che a pochi chilometri dal centro cittadino sopravvivono ancora due aree naturali retaggio di quelle antiche paludi che da sempre han circondato Ravenna: sono la Piallassa Baiona e Piomboni.
Il termine Piallassa è di conio prettamente ravennate ed è usato per indicare una vasta estensione di acqua salmastra collegata al mare da un canale e articolata al suo interno da una ulteriore rete di canali suddivisi da barene (dossi). In periodo di alta marea le acque dei fiumi, a causa della debole pendenza, non riescono a defluire in mare ristagnando in queste zone; solo con la bassa marea esse vengono lentamente smaltite. Da cui il significato del termine pialassa, vale a dire “piglia e lascia”.
La Pialassa della Baiona è un'area naturale protetta situata nel comune di Ravenna, a circa 10 km a nord della città. L'area è caratterizzata da un bacino lagunare di acqua salmastra, con limitatissimi apporti di acqua dolce e tra canali e chiari d’acqua trovano habitat numerose specie vegetali come giunchi, salicornie e arbusti (tamerici, rovi e vitalba) che di uccelli come avocette, cavalieri d’italia, fratini e garzette.
Lungo i canali si trovano numerosi capanni da caccia e da pesca, presso uno dei quali - denominato Capanno del Pontaccio - trovò rifugio Giuseppe Garibaldi il 7 agosto 1849.
La Pialassa dei Piomboni invece, molto più piccola della precedente è localizzata a Sud del Porto Canale di Ravenna, il Candiano, tra le ultime propaggini urbane e la zona litoranea. Questo ecosistema interessa la zona umida della Pialassa, la pineta costiera e il mare con l’importante sistema di dune attive.
Anche qui trova ospitalità una variegata avifauna come l’avocetta, il cavaliere d’Italia, la starna oltre a uccelli migratori come gli svassi e i fenicotteri rosa.
Purtroppo questa area è interessata da un forte presenza industriale e umana che nel tempo, ha alterato l’equilibrio naturale in maniera significativa.
Nel 1981 le Piallasse ravennati sono state incluse nelle liste delle zone umide italiane di importanza internazionale tutelate dalla Convenzione di Ramsar.
La pineta di San Vitale e le piallasse ravennati insieme alle zone umide di Volano, Mesola e Goro; il centro storico di Comacchio, le Valli di Comacchio, la pineta di Classe e le Saline di Cervia fanno parte del Parco regionale del Delta del Po, per un’estensione di 54 000 ettari tra le province di Ferrara e Ravenna. Il 2 dicembre 1999 il parco del delta del Po è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità stilata dell'UNESCO, aggiungendosi al territorio della città di Ferrara.
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